Strategia nazionale di sviluppo sostenibile
di Cristiano Ghidotti su GreenStyle
È il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a delineare quelli che sono gli obiettivi della nuova Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile. In primis c’è bisogno di definire con chiarezza un percorso finalizzato alla trasformazione della nostra realtà economica e ambientale, così da poter fornire una risposta pronta ed efficace ai cambiamenti in atto a livello globale.
Il suo intervento in occasione dell’incontro dedicato alla revisione della Strategia Energetica Nazionale che ha prodotto un documento affidato alle Commissioni Riunite Ambiente e Attività Produttive. La promessa è quella di giungere all’approvazione da parte del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) entro la fine dell’anno.
Nel definire nuovi obiettivi e iniziative bisognerà tener conto di quanto stabilito dall’Assemblea Generale dell’ONU in merito all’Agenda 2030 e coinvolgere tutti i soggetti della società che possono esercitare un ruolo attivo in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Galletti sottolinea la bontà di quanto visto finora in termini di sfruttamento delle fonti rinnovabili a livello nazionale, passando in poco più di un decennio dal 7,5% al 17,3% della quota complessiva, ma c’è ancora molto da fare, sia sul fronte della mobilità e dei trasporti sia su quello della rete elettrica.
Tutto questo senza dimenticare l’esigenza di tutelare l’ambiente, una strada già intrapresa dall’Italia nel 2014 con la definizione della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici dalla quale emergono i principali problemi da affrontare e le azioni da attuare per ottenere risultati in tempi ragionevoli.
A tal fine sarà importante puntare su un’opera di sensibilizzazione e formazione, come già prevedono le Linee Guida sull’Educazione Ambientale stilate dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, con la messa in campo di corsi e tirocini rivolti a migliaia di partecipanti.
Altri due punti di cruciale importanza per la strategia sono quelli che toccano la tutela della biodiversità (direttive Habitat e Uccelli) e l’accesso universale ed equo all’acqua potabile. A questo proposito, il ministro cita i passi in avanti compiuti, anche se vanno migliorate le infrastrutture dedite alla distribuzione, considerando un livello medio di dispersione pari al 32% con punte che arrivano in alcuni territori addirittura al 45%: Si registra un trend in crescita, grazie al progressivo miglioramento dei servizi. Il target può considerarsi realizzabile su scala italiana, in quanto la rete di distribuzione idrica è potenzialmente già in grado di soddisfare la quasi totalità della popolazione.